sabato 21 novembre 2009

Pensare troppo fa male

Si, è vero. Pensare troppo fa male ma più me lo vieto più i pensieri si aggregano lì, nella mia mente, in quel contenitore che può tutto.
Possiamo star bene o star male ma tutto dipende da noi.
E io proprio oggi non riesco a stare bene. I pensieri si affollano, si inseguono, si scontrano e ad ogni scontro si scheggiano.
Le scheggie sono quelle che fanno più male, quelle che ti trafiggono. Le rimuovi ma la ferita resta, ti brucia e non c'è medicazione che la risani.
Vorrei una soluzione per tutto ma so che nessuno me la può dare se non le persone direttamente interessate.
Sono arrabbiata, delusa. Non è giusto pagare le colpe di altri, soffrire per queste colpe. E non so se il tempo sistemerà le cose, voglio solo sperarlo perchè solo questo posso fare. Non posso fare altro, devo rimboccarmi le maniche, pazientare e confidare nella potenza di Colui che tutto può.
Ma oggi sono così tanto scoraggiata che mi metterei a piangere come una bambina. L'unico problema è che non sono più una bambina, non mi sento tale, e non posso mettermi nel grembo di mia madre per farmi coccolare. I miei pensieri farebbero male anche a lei. I miei pensieri fanno male a tutti, soprattutto ad una persona che sta cercando con tutte le sue forze, la sua costanza, la sua caparbietà, la sua grande intelligenza e la sua bontà di risolvere tutto il più presto possibile.

L'unica cosa bella che oggi ho dentro è l'amore e l'ammirazione per questa persona. Un amore e un'ammirazione assolutamente incondizionati, sinceri.

P:S. Non so se credere che è il destino che decide le cose o se siamo noi i fautori del nostro destino. So solo che la costanza, la perseveranza, l'amore per i progetti dovrebbero essere ripagati.

5 commenti:

Gin ha detto...

Infatti lo sono, cara Irys. E tu, come me, hai la fortuna di credere in Chi ti ripagherà.

Mi permetto di farti un piccolo dono virtuale. E' una poesia che reputo bellissima e che mi ha sempre aiutato nei momenti in cui andavo a fondo. Te la dedico con tantissimo affetto...con l'affetto di chi non sa, non conosce, ma "sente", percepisce, avverte...e di chi, ha conosciuto e conosce il dolore e le ferite.
Insieme alla poesia, un grosso abbraccio e la tua torta alla nutella!! ;-)


Quasi

Ancor peggiore della convinzione del no,
l'incertezza del forse
è la disillusione di un"quasi".
E' il quasi che mi da fastidio,
che mi intristisce,
che mi uccide portando con sè tutto ciò
che avrebbe potuto essere e non è stato.

Chi ha quasi vinto gioca ancora,
Chi è quasi stato promosso studia ancora,
Chi è quasi morto è vivo,
Chi ha quasi amato non ha amato.

Basti pensare alle opportunità che sfuggono tra le dita,
alle opportunità che si perdono per paura,
alle idee che mai usciranno dal foglio
per questa maledetta mania di vivere in autunno.

Mi chiedo, a volte, che cosa ci porta a scegliere una vita piatta;
o meglio, non mi chiedo, contesto.
La risposta la so a memoria,
è stampata nella distanza e nella freddezza dei sorrisi,
nella debolezza degli abbracci,
nell'indifferenza dei "buongiorno" quasi sussurrati.
C’è troppa vigliaccheria e manca coraggio perfino per essere felici.

La passione brucia,
l'amore fa impazzire,
il desiderio tradisce.
Forse questi possono essere motivi
per scegliere tra allegria e dolore, sentire il niente,
ma non lo sono.
Se la virtù fosse proprio nei mezzi termini,
il mare non avrebbe onde,
i giorni sarebbero nuvolosi
e l'arcobaleno in toni di grigio.
Il niente non illumina, non ispira, non affligge, nè calma,
amplia solamente il vuoto che ognuno porta dentro di sè.

Non è che la fede muova le montagne,
nè che tutte le stelle siano raggiungibili,
per le cose che non possono essere cambiate
ci resta solamente la pazienza,
però, preferire la sconfitta anticipata al dubbio della vittoria
è sprecare l'opportunità di meritare.

Per gli errori esiste perdono;
per gli insuccessi, opportunità;
per gli amori impossibili, tempo.
A niente serve assediare un cuore vuoto o risparmiare l'anima.
Un romanzo la cui fine è istantanea o indolore non è un romanzo.
Non lasciare che la nostalgia soffochi,
che la routine ti abitui,
che la paura ti impedisca di tentare.

Dubita del destino e credi in te stesso.
Spreca più ore realizzando piuttosto che sognando,
facendo piuttosto che pianificando,
vivendo piuttosto che aspettando.

Perchè, mentre chi quasi muore è vivo,
chi quasi vive è già morto.



Luis Fernando Veríssimo

Irys ha detto...

Gin, sono senza parole... ora so solo versare le mie lacrime e ti giuro che sto scrivendo senza quasi vedere nulla. Piango in ufficio, che se solo qualcuno mi vedesse che figura che farei!
Grazie perchè sento la tua lontana presenza, il tuo esserci con il cuore e con tanta sincerità. Grazie, te lo ripeterei cento volte, grazie.
Rileggerò questa poesia forse per il resto della mia vita, perchè di alti e bassi ce ne saranno ancora tanti.
Ah, grazie per la torta. Il mio bosogno di coccole sarà soddisfatto dalla mitica nutella.

Gin ha detto...

Abbi coraggio tesoro, non sei da sola!
e in ogni momento e per qualsiasi cosa, sai che ci sono!
ti abbraccio forte forte!

Nuccio Gatto ha detto...

Dedicata a tè, ho letto il post è subito ho pensato ad una poesia, Gin mi ha preceduto, bella "QUASI"

SULL'AMORE

Allora Almitra disse: parlaci dell'Amore.
E lui sollevò la stessa e scrutò il popolo e su di esso calò una grande quiete. E con voce ferma disse:
Quando l' amore vi chiama, seguitelo.
Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire.
E quando vi parla, abbiate fede in lui,
Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.

Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge. E come vi fa fiorire così vi reciderà.
Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole,
Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
Come covoni di grano vi accoglie in sé.
Vi batte finché non sarete spogli.
Vi staccia per liberarvi dai gusci.
Vi macina per farvi neve.
Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.

Tutto questo compie in voi l'amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
Ma se per paura cercherete nell'amore unicamente la pace e il piacere,
Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall'aia dell'amore,
Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.

L'amore non da nulla fuorché sé stesso e non attinge che da se stesso.
L'amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
Poiché l'amore basta all'amore.

Quando amate non dovreste dire:" Ho Dio nel cuore ", ma piuttosto, " Io sono nel cuore di Dio ".
E non crediate di guidare l'amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.

L'amore non vuole che compiersi.
Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza.
Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d'amore,
E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
Destarsi all'alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d'amore;
Riposare nell'ora del meriggio e meditare sull'estasi d'amore;
Grati, rincasare la sera;
E addormentarsi con una preghiera in cuore per l'amato e un canto di lode sulle labbra.

Irys ha detto...

@Max... è una poesia bellissima... con immensa gratitudine
Irene